tal are uno dei nanchi più gagliardi della rocca politica de li Absburt;o. roppo il Pittèri era mite: anche quando dalla aua gonna anima la­liva alle labbra l'invettiva. '1 roppo egli era aman­te del sole e dei nori: e ben parea talora di Ti­bullo minor fratello, per esaere lontano da Gio­venale e da OrazIo. 1:.. se pure prediligelse Eno­tlIO Romano, non era nel IIUO lIaJliUe la ,con­trosa gagliardìa del maremmano esperto di ram­pogne. Pure egli fu il protagonista d'una lotta .enza quartiere: d'una silenziosa e cotidiana lotta a cui si diede tutto, abliando, sovente, persino l'eser­cizio del verso e della meditazione in cui amava spendere i giorni e le ore, per una specie di nOlltalgia di gentileua che balenava in cima ad ogni IUO pensiero. Quando il tragico imperatore, volle sciolta la Pro Patria ed a disciplinare la difesa deU'itaiia­nità delle terre irredente sorse la Lega Nazionalt", Riccardo Pittèri fu chiamato al governo di que­sta poderosa organizzazione, contro cui si spez­zarono più di una volta gli assalti vani di Vien­na. Dell'associazione egli divenne in breve tempo l'animatore: e più che tale, duce. in quell'es·!r­cito sacro di cui era già pericolO$() essere sem­plici gregari. Quale sia stata l'opera della Lega Nazionale nei quindici aruù ch'ebbe a capo il Pittèri, sarà detto agli italiani degnam.ente ed ampiarnc!llle fra breve. Ma senza dubbio 1'ampio periodo di azione fu del Poeta la migliore fatica. il più forte ed alato canto civile: quello che resterà nel cuore -121 ­