422 La musica strumentale e religiosa inoltrarono i musicisti tedeschi che ad essi seguirono immediatamente; ed anche fra i loro contemporanei si vanno delineando tendenze profondamente divergenti. Tratto comune è la predilezione per la melodia vocale operistica, di derivazione italiana, che spezza ogni barriera fra i diversi generi di composizione, penetrando anche in quelli che meno si prestano ad accoglierli, come la musica strumentale e il lied. Chi ponga mente alle differenze di concezione e d’invenzione fra le modalità espressive e costruttive che improntano lo stile preclassico di Bach e di Haendel, e quelle che caratterizzano lo stile classico di Haydn e di Mozart (l’uno, contrassegnato dall’intreccio delle parti multiple, dal vasto e disteso fluttuare della polifonia, dal distacco oggettivo della personalità; l’altro, dalla semplicità lineare del disegno melodico e dalla chiarezza e semplicità della trama armonica da cui sparisce ogni sovrapposizione meramente architettonica), potrebbe pensare che non una generazione, ma un secolo sia passato, scavando un abisso fra due mondi inconciliabili. Ma un rapido accostamento di date e di fatti ci dimostra trattarsi invece d’una trasformazione compiutasi in brevissimo volger di tempo, per un assiduo travaglio di assimilazioni e di elaborazioni, di scambi e di contatti, di acquisti e di seminagioni inopinate, in cui ebbero parte grandissima l’Italia di Sammartini e la Boemia di Stamitz, massimo esponente di quella scuola di Mannheim che portò al nascente sinforiismo un così cospicuo contributo di autori e di opere. Nel settecento la corrente nazionale della musica tedesca va commista a una grande molteplicità di elementi stranieri. Il nuovo stile, che si venne gradatamente determinando ed esplicando in Germania durante il secolo XVIII, e che nella seconda metà del settecento culminò nei classici viennesi, è meno schiettamente tedesco di quello di Haendel e di Bach. Telemann, Hasse, i sinfonisti di Mannheim, come tra gl’italiani Galluppi, Sammartini, Jommelli, Veracini, T artini, Locatelli ed altri molti, sono come altrettanti rivoli che vengono scavando alla musica sinfonica un nuovo cammino, che sempre più si allarga e si espande, giungendo nel volgere di qualche decennio alle ampie architetture della sinfonia classica e beethoveniana. Ma, come questi rivoli vennero assorbiti dai grandi fiumi che li adeguarono al ritmo