430 L'opera in Inghilterra Anche i lavori drammatici di Ben. Johnson, Beaumont e Fletcher, Shirley, Dryden sono pieni di musica; e lo stesso accade in tutto il teatro parlato, fino alla costituzione del vero e proprio dramma musicale. I « masks », spettacoli di Corte che acquistano grande voga in Inghilterra dalla prima metà del cinquecento all’epoca di Elisabetta (1533-1603), pure accostandosi più al balletto che all’opera, contengono già molti elementi di que-st’ultima. In origine, essi furono importati dall’Italia e si trovano menzionati per la prima volta in occasione d’una festa data da Enrico VIII. Probabilmente essi giunsero in Inghilterra attraverso la Francia, dove si arricchirono di nuovi elementi. Molto in favore sotto i Tudors, non cessarono di esserlo fino alla rivoluzione puritana. Il loro carattere è allegorico e coreografico piuttosto che drammatico. I più grandi artisti del tempo, da Holbein a Inigo Jones furono incaricati della decorazione e della messa in scena, sempre molto sfarzosa. Tutti i generi di spettacoli v’erano associati : lirismo, dialoghi drammatici, intermezzi comici, allegorie pagane, attualità satirica, danze, canti, travestimenti, musica strumentale, decorazioni e macchine. I « masks » furono portati al massimo grado di eccellenza da Ben. Johnson che dal 1604 al 1631 ne fu il principale autore per la parte letteraria, avendo a principale collaboratore il celebre architetto Inigo Jones. Ben. Johnson aggiunse ai « masks » lirici gli « antimasks » comici, tentando anche qualche saggio di fusione dei due generi. In seguito la pompa scenica e decorativa andò facendosi sempre più preponderante, a scapito della bellezza poetica. Ma fu appunto in questa seconda fase di maggior lustro esteriore e di minor valore intrinseco che la musica andò acquistando nei masks una parte sempre più importante. Da principio essa si ridusse a semplici arie di danza senza nesso di continuità. I grandi polifonisti del periodo elisabettiano, i Byrd, i Bull, gli Orlando Gibbons, non s’interessarono a questo genere, giudicandolo troppo inadeguato agli spiriti austeri della loro arte. Fu al principio del seicento, quando l’influsso della Riforma fiorentina cominciò a farsi sentire anche in Inghilterra, che i masks vennero naturalmente ad offrire un campo d’esperienza per il nuovo stile recitativo testé messo in va-