La musica strumentale e religiosa 411 nisti dell’annunciazione e della nascita di Gesù, aprendo nel cielo doloroso della sua vecchiezza uno spiraglio di luce consolatrice, e mostrando come il Vangelo non fosse soltanto per lui una sorgente di meditazioni austere, ma anche un’oasi di pace e di letizia. Ma la sua arte non cessa per questo di vagheggiare forme sempre più severe, in opposizione alla moda imperante, che lasciava penetrare nella musica chiesastica tutte le frivolezze del virtuosismo canoro. Il suo genio rude, vigoroso, tutto interiorità di meditazione, voleva ritrovare il linguaggio dei grandi polifonisti cinquecenteschi, e anticipa quello di Bach. J IV. Se Schütz incarna musicalmente lo spirito religioso del popolo tedesco, ponendo le basi d’una grande arte nazionale, altri compositori di musica sacra, fuorviati dal prestigio dei maestri stranieri, s’infeudano alle province dell’italianismo, come Kapsberger, tedesco di Roma e di Venezia, che nel suo dramma musicale d’argomento sacro Apotheosis sive con-secratio S.S. Francisci e Fr. Xaverii, rappresentato a Roma nel 1620 sotto gli auspici dei gesuiti e ripreso poco tempo dopo a Monaco di Baviera, non è che un pallido epigono degli italiani. Le più austere forme della composizione sacra sono penetrate da tendenze stilistiche di provenienza melodrammatica. I musicisti meglio dotati cercano un compromesso fra il vecchio e il nuovo, fra lo stile polifonico e quello rappresentativo di recente invenzione; e ne nascono forme composite, non molto consone all’austero ideale della musica chiesastica, ma atte a ricevere una più varia molteplicità di significati e di sfumature. A Vienna i quadri della musica chiesastica sono identici a quelli trattati dai maestri italiani, monodie accompagnate, doppi cori affidati a grandi masse di cantori, recitativi, arie e concertati vocali rinforzati da parti strumentali. I compositori erano quasi tutti italiani o educati alla scuola italiana, e i libretti si scrivevano nella nostra lingua. Se una differenza si può notare fra la vita musicale delle nostre cappelle