La Camerata fiorentina * Claudio Monteverd\ 41 il criterio che plasmava l'organismo «lolla sua struttura, ««gì si fece della restaurazioni’ «lei dramma greco la bandiera del movimento, il punto di partenza da cui si presero le mosse ncll’isplorazione di quella terra ancora sconosciuta. 11 cenacolo degli umanisti riformatori si riunì dapprima in casa di Giovanni Bardi dei «>onti di Vcmio, presso il jMinte alle Grazie in via dei Benci, e più tardi in casa di Jacopo Corsi : due gentiluomini fiorentini, cultori appassionati delle arti belle, musicisti e poeti essi medesimi. Ne facevano parte, oltre ai signori della casa, i cantori Jacopo Peri e Giulio Caccini, il porta Ottavio Hinuccini, i compositori Emilio de’ Cavalieri e Marco «la Gagliano, il musicologo Vincenzo Galilei, l'umanista G. B. Doni, Giulio Strozzi, Girolamo Mei. La primn scintilla del movimento fu a«-c*wa dal Galilei che, dopo aver dato l'impulso al nuovo orientamento con la pubblicazione del citato dialogo sulla musica antica e moderna, in cui formulava teoricamente il nuovo punto di vista, [»ose mano l'anno successivo (1590) a illustrare praticamente i suoi principi, musicando a una sola voce con accnmpagna-mento di viola il canto del conte l'golino di Dante e le lamentazioni di Geremia. Il successo ch’egli ottenne fu grande. l«n spinta era data. La nuova via era aperta. Ormai non restava che percorrerla. I novatori vi si inoltrarono con alacrità e fervore, portandovi ognuno il proprio contributo personale. 1 più geniali, quelli che segnarono una tappa derisiva nel graduale costituirsi del melodramma e dei quali perciò bisogna indugiami a caratterizzare la fisionomia e l'opera, sono Emilio «le' Cavalieri, Jacopo Peri. Ottavio Hi-ntit-rini, Giulio Cacrini e Marc» da Gagliano. L'ana popolare innalzala — come abbiamo vinto — a forma d'arte nel madrigale, e il recitativo consistente, come ebbe a dire il Peri nella prefazione all'Euridicr, neH'impieg» di forme musicali che < più rilevate del parlare ordinario, « meno regolarmente diwgnate della pura melodia del canto, « finsero a mezza via tra i due » : tali furono i principali fattori del dramma musicale, e tali rimasero per molto tempo. Monteverdi vi aggiunse il terzo «-temente : l'orchestra, non però fondata — come da taluni fu detto — sul quartetto d'archi. il quale prenile posto nell’i«trurmtitaxionc mèlodrammatica soltanto col Cavalli.