La mitnca mera »» Italia nel Mtcolo XVII 197 tenori, di tutte le gradazioni della vita sentimentale ed affettiva. Il dominio dell'arte sonora si allargò e si arricchì indefinitamente, accogliendo in «è tutta la gamma psicologica dei sentimenti e delle passioni. La musica cessò così di essere considerata arte divina, per divenire arte umana nel *cn«o più profondo e più intimo della parola. Questa conce-rione, favorevolissima allo sviluppo del dramma musicale, è invece assai meno adatta a conservare alla musica chiesastica la purezza delle sue forme e a mantenerla immune da contatti terreni e da intrusioni profananti. E, in realtà, nella musica sacra del seicento lo spirito profano Ita larga parte, sia per i modi e gli atteggiamenti espressivi, sia per la scelta dei mezzi che li recano in atto. I quadri restano in generale gli stessi, liturgici o in margine alla liturgia : messe, mottetti, salmi, inni, litanie, lamentazioni, responsori, atabal mater, magnificat, le deum, ecc.; ma in tutte queste composizioni sacre si ricerca quasi esclusivamente il colore, (’effetto, l'espressione intesa in senso patetico, terreno, agente sui sensi più che sull’anima, mirante a colpire l'immaginazione e a muovere gli affetti più che a suscitare stati d’animo inclini all’adorazione mistica e all'estasi contemplativa. La musica chiesastica del seicento è scritta in stile corale a cappella (e in tal caso è la continuazione di quella cinqoe-centeaca); o in stile concertante, vori e strumenti (e allora utilizza i progressi effettuati giorno per giorno dalla musica strumentale); o anche, sebbene più raramente, in stile monódico (e in quntt'ultima forma ni vale dello stile drammatico-recitativo testé inventato). Lo stile corale e contrappuntistico predomina nei maestri della scuola romana, mentre le conquiste dello strumentalismo sono messe specialmente a profitto da quelli della scuola veneziana, come già abbiamo constatato in Monteverdi e nei due Gabrieli; ed è in questa seconda forma che la musica sacra contiene i germi più fecondi di progresso artistico, preparando la ria a Schiilz e G. S. Bach. Talvolta queste due modalità stilistiche, la vocale e la strumentale-vocale, ai riuniscono con un'alternanza di effetti e di colori di singolare efficacia. Abbiamo già visto crune Giovanni Gabrieli, nelle sue Sinfonie Sacre, fondesse le voci agli strumenti per intensificare il volume e l’ampiezza delle masse sonore destinate ad accrescere la solennità grandiosa delle cerimonie e dei riti religiosi e patriottici di Vene- li* — Capri.