402 La musica strumentale e religiosa principali fattori dell’opera, fanno la loro comparsa anche nel dominio della musica chiesastica. Bach inserisce arie su testi liberi fra gli episodi più salienti dell’azione. La nuova cantata e la nuova Passione, almeno per ciò che concerne le parti monodiche, sono dunque concepite nello stile dell’opera italiana, con melodie puramente vocali, infiorate di ghirigori e di ricami. Da questo punto di vista si possono fissare due periodi dell’influsso esercitato dall’arte musicale italiana su quella protestante. Nel primo, illustrato da Schütz, l’elemento drammatico penetra nella chiesa riformata; nel secondo, le infiltrazioni dell’italianismo non promanano direttamente da sorgenti nazionali e tradizionali, ma si effettuano per il tramite dell’opera italiana, importata e coltivata nei paesi tedeschi. Lo scopo che si propongono i compositori tedeschi, durante i primi vent’anni del secolo XVIII, è di creare un modello di opera spirituale rispondente alle aspirazioni religiose e nazionali, sorte dall’intimo della razza per l’azione potentemente efficace di Lutero. Ma essi non creano ex novo le forme organiche e gli elementi costitutivi di tale opera; li accolgono dall’Italia, cercando di trasfondervi un nuovo spirito animatore. Da ciò, quel dissidio fra il contenuto e le forme, fra le proprietà e le caratteristiche della sorgente interiore e i modi ch’essa assume incanalandosi nel letto di schemi prestabiliti, di cui abbiamo già avuto occasione di segnalare gl’inconvenienti visibilissimi anche in Bach, che segue il movimento generale. Schütz, apparso sulla scena dell’arte quando il melodramma italiano attraversava ancora la sua prima fase, si salva da tali inconvenienti introducendo in Germania, non la melodia unicamente vocale, canora, esteriore e decorativa di Cesti, Stradella e A. Scarlatti, ma la polifonia concertante di G. Gabrieli, l’uso del basso continuo e la declamazione tragica di Monteverdi; mezzi espressivi che si fondono intimamente alle sue spontanee tendenze e attitudini, armonizzandosi altresì coi caratteri più profondi della musica sacra tedesca, mirante naturalmente alla drammatizzazione soggettiva e all’effusione lirica di singole personalità e di singole anime, più che all’oggettivazione pacata e serena di sentimenti e di pensieri, innalzati all’atmosfera imperturbata e solenne d’una spiritualità impersonale, fulgida d’uniforme