#0 La Camerata fiorentina e Claudio Monteverdi stessa che Qluck realizzerà completamente nu secolo più tardi, ignorando d’aver avuto nn tale precursore. A misura che Monteverdi avanza negli anni, si allontana sempre più dall'allegoria, dal simbolo, dall’idealismo, mirando a conseguire una maggior concretezza ed efficacia realistica, cosi nella scelta del soggetto come nella qualità dei mezzi espressivi e nel modo di recarli in atto. Abbandonando la tragedia pastorale e mitologica dei fiorentini, egli cerea argomenti di più commovente umanità e modifica sotto diversi punti «li vista la sua primitiva concezione del dramma musicale, sì da giungere a una pittura più diretta e immediata «lei sentimenti e delle passioni, semplificando l'orehestra a profitto del canto, accordando al musicista un assoluto predominio sul poeta, sostituendo argomenti storici a quelli mitologici e tracciando, per tal modo, il sentiero in cui s’inoltrerà dopo di lui il melodramma veneziano e napoletano. Dopo aver illuminato tutta l’Italia con l'irraggiamento magnifico della sua attività, Monteverdi fu presto dimenticato. Già alla fine del seicento la persuasione generalmente diffusa che la musica fosse un’invenzione tutta moderna, e la taccia d'anticaglia con cui si bollava la produzione che risaliva appena a vent'anni addietro, faceva sì ch'egli non venisse più ricordato che come rappresentante di un'arte ormai lontana e completamente estranea alle nuove esigenze e tendenze del gusto e »Iella sensibilità. Solo qualche dotto contrappuntista conservava i madrigali e i mottetti monteverdiani come arcaiche testimonianze d'una prodigiosa sapienza tecnica. Nel settecento il P. Martini ne inserì qualche saggio esemplificativo nel suo trattato di contrappunto, corredandolo di acute osservazioni. Ma fu soltanto ueU’ottorento die Monteverdi cessò di essere un semplici* nome ripetuto meccanicamente dagli storici della musica che nulla sapevano di lui e della sua arte. Fitis, La Fage, il P. Caffi, Ambms, Vogel, Goldsrhmidt. Solerti e, sopra tutti. Romain Rolland, ridiedero a Monteverdi il posto a cui ha diritto, che è il primo del suo secolo. Goldsdimidt pubblicò integralmente l’/HCorotuuiout di Popra; Vincent Dlndy trascrisse in partitura moderna dei frammenti importanti di questa stessa opera e dell'Or/eo, e li fece eseguire «otto la sua direzione dagli allievi della Schola Cantorum di Parigi. Infine, Louis Sehneider ed Henry Prunières dedicarono a Monteverdi interessanti monografie.