378 La musica strumentale e religiosa Mattheson si recarono a Liibeck nel 1703 per rendere omaggio al grande maestro. Il talento di Buxteliude, che è pure autore di ammirevoli cantate, si manifesta specialmente nelle sue composizioni organistiche, dove i pregi di fattura vanno congiunti alla ricchezza dell’invenzione e alla profondità dell’ispirazione ('). Egli dà ampio sviluppo alla toccata, valendosi degli acquisti effettuati dalla tecnica degli organisti italiani e mostrandosi direttamente influenzato da Frescobaldi. Il piano della composizione, l’ampiezza del disegno e la larghezza costruttiva lo accostano a Bach, ch’egli fa presagire altresì nella trattazione del corale, di cui accoglie e sviluppa tutte le forme tradizionali, elaborandole e svolgendole con grande varietà di procedimenti. Giorgio Bohm, nato nel 1661, fu nominato nel 1698 organista nella chiesa di S. Giovanni, a Luneburgo, carica che tenne fino alla morte, avvenuta nel 1733. S’ignora se Bach sia stato suo allievo durante il periodo del suo alunnato al ginnasio di Luneburgo (1700-1703), o se abbia soltanto udito le esecuzioni da lui offerte al pubblico. Ma l’influenza di Bohm, del quale ci restano 18 corali, è sensibile nella creazione bachiana, segnatamente in quella degli inni giovanili. Bohm, educato alla scuola organistica del nord, predilige lo stile ornato, trapunto di abbellimenti che infiorano la melodia, mentre l’accompagnamento si svolge con scioltezza di movenze e d’intrecci. Bohm sviluppa elegantemente il procedimento della parafrasi ornata, che riappare nei corali di Bach; il quale però non si tien pago di appropriarsi meccanicamente gli espedienti coloristici del suo precursore, ma li riplasma nel fuoco della sua fantasia, sfrondandoli di tutte le sovrabbondanze e le superfluità, e semplificando la parafrasi della melodia sì da renderla efficacemente espressiva. Un altro procedimento di Bohm, adottato da Bach, è il basso ostinato, consistente nel sottoporre alla melodia del corale un tema caratteristico affidato al basso e continuamente (*) L’opera organistica di Buxtehude fu pubblicata da Spitta in due volumi, Lipsia, Breitkopf e Härtel (1876-’77). Il primo contiene le composizioni libere, il secondo i corali. Tutti questi pezzi furono conservati dall’organista Johann-Gottfried Walther, che li trascrisse quasi interamente di sua mano.