100 Diffusione e trust orinazione del melodramma Per tutto il settecento il pubblico italiano predilesse una strana mescolanza dei sessi, così che a Napoli si vedevano sulla scena donne in abiti maschili, mentre a Roma gli uomini vestivano da donna. È incredibile l’entusiasmo suscitato da questi cantori durante tutto il secolo XVIII. Le donne l>ortavano appese al collo medaglie su cui era impressa la loro effige; i Sovrani li onoravano e li stipendiavano lautamente, conferendo loro titoli e pensioni. Alcuni di essi raggiunsero posizioni eminenti ed ebbero una vera influenza nei maneggi della diplomazia, come il Farinelli che per parecchi anni fa il confidente intimo del Re di Spagna. Bisogna aggiungere peraltro che molti di essi (come appunto il Farinelli) erano uomini coltissimi, che al virtuosismo canoro accoppiavano conoscenze molteplici. Tale appunto fu Loreto Vittori, nato a Spoleto il 16 gennaio 1604, morto a Roma il 23 aprile 1670. Fu accolto a Firenze nella casa di Ottavio Doni, padre del musicografo. Ricevette a Roma le lezioni di O. B. Nasini e Soriano, entrando poscia al servizio di Cosimo II de’ Medici, ed ebbe le prime parti nelle rappresentazioni fiorentine dove suscitò il piti grande entusiasmo. Il cardinale Ludovisi lo prese con sò facendolo sentire ai piò illustri personaggi, che lo colmavano di splendidi doni. Il 23 gennaio 1622 Vittori fu assunto quale cantore nella cappella pontificia, e il Papa Urbano Vili lo nominò cavaliere della milizia di Gesù. La sua arte canora destava nel pubblico fanatismi inconcepibili. Erìthraeus, suo biografo, descrive l'estasi degli uditori dicendo che, quando Vittori cantava, molti dovevano slacciarsi gli abiti (ter non soffocare dall’emozione. La sua popolarità a Roma era tale che i nobili e i cardinali furono una volta cacciati da nna sala, ov’egli cantava, dal popolo che fece irruzione per udirlo. Vittori non era solo un cantante virtuoso ma anche nn compositore. Scrìsse gli oratori: 8. Ignario Hi Lojola, Il Pentimento Dello Maddalena e 5. Irene, dei quali non si conservano die i libretti scrìtti pure da lui. Si è invece conservata la musica della Galateo (Roma, 1639), dramma musicale rappresentato lo stesso anno sul teatro dei Barberini, dove l’estetica fiorentina del recitativo raggiunge la sua forma più pura e più espressiva, e dove anche il poema, dello stesso Vittori, non manca di grazia e di naturalezza. Il