98 Diffusione e Inulornuizutue del melodramma -pi rito ne fecero in breve l’idolo della migliore nrìstocr&zia. 1 poeti pubblicarono raccolte di versi in suo onore ('). Milton la lodò e la cantò. Il francese Maugars, che assistette ad uno dei concerti ch’essa offriva in casa sua, obliava ascoltandola la sua condizione mortale e credeva : < essere già tra gli angeli, giubilante delle beatitudini degli eletti» (*). Pietro Della Valle, nella lettera sulla musica del suo tempo (Gennaio IMO), scrive: « Chi non e fuor di sè sentendo cantare la si-« gnorn l/conora col suo archileuto così francamente e bizzar* « rumente toccato ». I suoi concerti erano frequentatissimi. Tutti gli appassionati di musica accorrevano per sentirla cantare, talvolta sola accompagnandosi essa medesima sulla tiorba; tal’altra in trio, con la madre clic suonava la lira e una sorella che suonava l’arpa (*). Uguali e forse maggiori trionfi riportò nelle sale dei palazzi romani il castrato Loreto Vittori. Fino dal cinquecento ai era stabilito il costume di affidare le parti di donna a uomini in abito femminile. Tommaso Inghirami in una recita della Fedra, eseguita nel palazzo del cardinale Rutto, sostenne così bene la parte della protagonista da meritarsi fin che visse il soprannome di Fedra. L'impiego artistico dei castrati nelle chiese e nella capitila |M>ntificia cominciò alla fine del cinquecento, e alla metà del seicento si estate agli spettacoli profani. Da quell’epoca i castrati divennero una «Ielle caratteristiche meno edificanti del teatro italiano, dove tuttavia si mantennero fino alla fine del settecento. Fu nei 1588, regnante Sisto V, che venne promulgata la proibizione alle donne di preuder patte alle rappresentazioni pubbliche e private. Sparita dopo Siato V, l'ordinanza fu ristabilita nel l(ì76 e si perpetuò con varie alternative Ano al principio del settecento, epoca in cui musici-femminei e prime donne »’avvicendarono sui palcoscenici d’Italia senza che il pubblici) (>) Afpimui /'ottici all* glori* Mia Signor» ilaaaon fioroni Roma. 1639-41. O )kruu: Rlpow Pmitr A Un CnWm U. TVÌaaa l’I Vaitna» pi* ohrr rama il Maiuruo. eh* fa ruuu • tono •olutito l'wnira dalla Laoaon. approfittò dall1 appoggio dada rulwka fammi par minar» quella splandida carriera eia dorava far» di lai U Pruuo Minutro * laoano più potrntr tirila Fraaeka.