Ma l'Aultria appunto la presente guena l'in­earicherà di restituirla nei limiti e nella fumione dovuta. E siccome Italia e Serbia sono chiamate più Ipecialmente a quest'opera e domani dov.ran­no e.sere vicine, è utile fin d'ora che i due paeei li accordino con calma e tranquillità. Tanto più che domani, all'ormai famoso concilio europeo, non sarà male che parecchie queationi laterali delle infinite che sono sorte e sorgeranno si pre­eentino già sciolte e stabilite fra i due o tre stati cointeressati e non richiedano che la sanzione generale che sarà data con grande piacere. Accordo con la Serbia; come con la Romania, la Grecia, la Bulgaria. L'allearu:a balcanica non siamo riusciti a conchiuderla, e si capisce per­chè: perchè non potevamo impegnarci a com­pensare la Grecia in Alia Minore e la Serbia in Bosnia finchè non movevamo un dito contro la Turchia e contro l' Austria. Francia e Inghilterra lo potevano fare, l'hanno tentato: e non sono riu.cite causa Costantino. E forse un poco causa la Russia. Non avendo potuto tentare noi di ristabilire la pace balcanica, non IO se .ia per noi un gran male che non l'abbiano potuta con­chiudere gli altri. Ma chi c'impedisce però di accordarci noi particolarmente con gli stati bal­eanici ad uno ad uno? t la atrada che batte la Romania e che possiamo percorrere noi senza troppe difficoltà. Pontando sul punto ormai fer­mo di Bukarest, possiamo riuscire quietamente (voglio dire con la gueTra) ad accordarci con la Serbia e con la Grecia: e la neutralissima Bul­garia troverà la sua Macedonia e il .uo po.to -249 •