348 L'opera in Germania Bemabei; e dal 1670 Monaco fu uno dei più attivi focolari tedeschi d’arte italiana. A Vienna, l’importazione dell’opera italiana fu analogamente favorita e promossa da Sovrani, musicisti e musicofili, quali Ferdinando III, Leopoldo I, Giuseppe I, Carlo VI e Maria Teresa (*). I più illustri compositori convenuti a Vienna e figuranti nel repertorio del teatro viennese furono: Antonio Draghi, Cesti, Antonio Bertali, Caldara, Abbatini, Sartorio, A. Scarlatti, B. Pasquini, Tosi, Sances, i due Bononcini. Un posto a parte spetta a Johann Joseph Fux (1660-1741), non tanto per il merito reale delle sue opere, quanto per la celebrità da lui raggiunta. La sua copiosa produzione comprende otto opere di circostanza destinate a celebrare nascite, anniversari e matrimoni; la più applaudita delle quali fu Gostanza e Fortezza, rappresentata a Praga nel 1723 per l’incoronazione di Carlo VI. L’opera fu allestita in un vastissimo anfiteatro sotto la guida di Caldara che diresse un complesso di 170 coristi e 200 suonatori d’orchestra, tra i quali erano il flautista Quantz, futuro maestro di Federico II, il violini- (') Ferdinando III, che regnò per vent’anni (1637-1657), compose messe, inni, mottetti sonate, un Dravui Musicutn e un madrigale, citato dal Kircher nella sua Musurgia. Questo imperatore fece venire a Vienna la prima compagnia italiana di cantanti e suonatori, iniziando quelle consuetudini di gusto e di cultura musicale prettamente italianeggianti, che regnavano nella capitale austriaca al tempo di Rossini, e che Wagner qualificò un tradimento allo spirito tedesco. Leopoldo I, che tenne lo scettro imperiale dal 1657 al 1705, clavicembalista distinto, compositore fecondo, autore di 13 oratori e di numerosi pezzi inseriti in varie opere profane, prodigò incessantemente incoraggiamenti e favori ai maestri italiani. Giuseppe I, che regnò dal 1705 al 1711, fu a sua volta flautista, pianista e compositore; mentre Carlo VI, che gli succedette dal 1711 al 1740, autore di due misererò con accompagnamento strumentale, giunse nella sua passione per la musica fino a dirigere personalmente l'orchestra, moltiplicò le rappresentazioni teatrali, sia alla Hofburg, sia nel suo castello della Favorita, poi teatro' Theresianum, valendosi del concorso di tutta l’aristocrazia viennese; chiamò alla sua Corte Caldara, Conti, Porsile, portando al massimo grado la voga dell'italianismo. Adler, in due volumi, apparsi nel 1892-93, ha curato una scelta delle composizioni dei tre primi imperatori musicisti.