La musica strumentale inglese 449 grazia viva e giocosa più conforme allo scopo mondano a cui la letteratura liutistica s’indirizza. Amante della melodia chiara e dell’ornamentazione brillante e colorita, Campion adotta una varietà e mobilità di disegni, sconosciuta a Dow-land e rara in tutti i liutisti della fine del cinquecento. L’influenza dei madrigalisti si fa sentire nella produzione liutistica inglese di quel periodo, portando a una crescente complicazione di scrittura, mirante a condensare sulle corde dello strumento il complesso giuoco delle parti contrappuntisticamente intrecciate nella polifonia vocale. Così nelle Songs or Ayres (1605) di Pilkington si trovano saggi di contrappunto fiorito; ed analoghi esempi si possono riscontrare nelle raccolte di Michel Cavendish, di Thomas Greaves, di Tobias Hume, di John Bartlet, di John Danyel. La rinomanza dei liutisti inglesi s’era diffusa nell’Europa settentrionale. Dopo la morte di John Dowland, Cristiano IV fece invitare alla sua Corte Thomas Cuttings, che tuttavia non pare vi si recasse. Ma un altro liutista inglese, William Brade (1560-1636) fu in varie riprese al servizio del Be di Danimarca. Nei primi anni del secolo XVII ebbe grande fama John Cooper (circa 1580-1650), che in gioventù frequentò l’Italia, dove si rese noto col nome di Coperario. Addetto in seguito al servizio di Giacomo I, compose arie per soprano, accompagnate dal liuto o dal basso di viola. Un altro liutista di Carlo I, Thomas Ford (1580-1648) rivela, nella sua raccolta di arie del 1607, un’ispirazione analoga a quella di J. Dowland, svolgendo come quest’ultimo melodie sognanti e malinconiche, snodantisi attraverso le trame armoniche di larghi accordi, di carattere grave e meditativo. Allo stesso modo di Dowland, Ford pone il suo scopo principale nell’intensità dell’espressione, spezzando i suoi temi in brevi frammenti interrogativi, trepidi di suggestioni interiori, ed espunge dal contesto sonoro ogni frondosità di ornamenti. In questa tendenza a spogliare l’espressione di tutto ciò che le è esteriore e sovrapposto, per ridurla alla essenzialità ed interiorità d’una pura e concisa linea di canto, Ford rivela l’influsso dello stile recitativo d’origine italiana, mostrandosi incline ad accostarsi al genere lirico. La disposizione dello spirito inglese all’umorismo traspare nei titoli bizzarri, di cui talvolta i liutisti amano decorare le 29. — Capri.