è che la poesia del cuore che sorregge 1’ animo talvolta scosso, scorre più lucida e bella questa vita ove nel travaglio, tra la gloria e la morte, apre il solco alle speranze d’Italia. Di fronte al cannone inesauribile che abbatte senza posa, che spezza ogni baldanza, che soffoca ogni illusione la visione di Trieste mi fa rivivere queste speranze nel sogno cullato della Patria. Bella visione! Quanti canti nel tuo nome, quanti sacrifici, quanta gloria ! Con queste nostalgiche canzoni hai messo nuovo sangue nelle nostre vene, mentre nuova luce brilla alle tue porte. Tu soffri nella tua segreta speranza, mentre certo di questi nostri canti ti giunge l’eco: O Trieste del mio cuore... ! Ma quando l’alba di vittoria ? Quando racchiuderai in te tutti questi cuori che per te hanno palpitato della più pura devozione ? Forse attendi con pari ansia, forse senti 1’ ansare del tuo combattente stanco, scarno ed assetato, ed il tuo cuore soffre, soffre al tiranno imbelle che ti avvilisce e ti mozza la parola. Forse il nome d’Italia lo serri in te come il più bel tesoro, come lo serrò fino al supplizio Guglielmo Oberdan. Soffri ancora Trieste, soffri! La tua passione è la tua vita, è la passione che vive nelle falangi che debellano inesorabilmente le ultime resistenze dei tuoi oppressori. Il dì s’appressa, oh, non Io senti ? Forse stanotte saremo a te più vicini, mentre nella tua ansia udrai il disprezzo di chi ti sorveglia e che ancora ti vuole austriaca. Forse stanotte il cannone batterà alle tue porte e nel tuo spasimo lacerante ti sentirai fiera delle tue sofferenze. Soffri dunque ancora, soffoca il tuo grido di dolore, contieni il tuo fermento ! Forse stanotte unirai la tua voce mutilata al nostro ritornello: « 0 Trieste del mio cuore, ti verremo a liberar ! ».