69 dei giorni in cui si predicava il nostro intervento ! La primavera poi partecipava a questo nostro trionfo come in quel maggio del 1915. Pareva pure mi giungesse in cuore ancora la voce di Cesare Battisti, quando in un comizio tenuto alla Palestra di Pavia il 12-11-1914 ammoniva gli italiani con il motto: od ora o mai ! Eppure del fronte ne avevo già avuto la tragica visione, ne avevo sentito le grida selvaggie dei corpi a corpo, avevo già bagnato con il sangue l’arso terreno. Ma con quanta nostalgia, se pur non temeraria, anelavo di rivedere ancora quei luoghi sacri di battaglie, quei luoghi di cui dirò delle lotte che vi si combatterono, nelle mie ore — se Dio vorrà — di borghesia. Intanto dalle strade della Lombardia raggiungemmo Valvasone nel Veneto, meta della 4a tappa dopo aver sostato una nottata, oltre che a Palazzolo, a Verona e Castelfranco ove moltissima truppa vi era accampata in attesa di essere avvicinata alla zona di guerra. Sentivamo intanto che i nostri Battaglioni dovevano essere impiegati quali truppe d’assalto nelle prossime azioni. Si vociferava dell’Hermada, il ba-laurdo che ancora non aveva sentito il peso del nostro piede, e non aveva ancora fatto tremare i sui difensori sotto i colpi delle nostre baionette. Ci accantonammo intanto con in cuore tutta la nostra spavalda ed orgogliosa giovinezza mentre una gran folla, e la truppa stessa, ci applaudiva. Erano arrivati i ciclisti, e forse avrebbero dormito sonni più tranquilli...