42 pezie raggiunsi la sospirata cittadina di legno. Ma la raggiunsi dalla parte opposta a quella ond’ ero partito, cosi mi fu ancora difficile trovare la mia ba-racchetta che poneva finalmente fíne al mio breve calvario. Vagavo dall’ una all’ altra, la mia era ben riconoscibile, ma per quanto ponessi tutta l’attenzione non mi era possibile rintracciarla. Intanto in quella ricerca mi ero del tutto smarrito e sentii il bisogno di ritornare sui miei passi. Camminavo a tastoni poggiando il calcio del fucile per terra onde non scivolare, quapd’ecco che casualmente il mio complicato problema si risolve in un modo curioso. Per una falsa mossa andai a sbattere con il fucile su una barracca ove un vetro quasi a fior di terra andò in frantumi. Il fragore svegliò chi la abitava che imprecando cercava di rendersi conto di chi poteva essere la causa di q/iella rottura. Conobbi subito la voce del mio capitano. Non fiatai ; la mia barrachet-ta era vicina, mi orientai in un attimo e la raggiunsi in punta di piedi. Entratovi in fretta e levatomi il pastrano fradicio, mi sdraiai accanto ai miei compagni che di nulla si erano accorti. Il capitano era uscito intanto in cerca dell’importuno distruttore di vetri, quando già stavo sicuro di non essere scoperto. Trattenevo il respiro e a stento cercavo di dominare la emozione per quella involontaria avventura, quando tutto tornò nel silenzio. Al mattino, benché cercasse in ogni modo di venire a capo della faccenda, mi guardai bene dal rivelarmi che, anzi, mi posi io pure alla ricerca dell’introvabile rompivetro.