49 forse senza ritorno e, come il passo grave e stanco, avevo la mente confusa tra l’amore e le previsioni della guerra. Pochi istanti ancora, un ultimo bacio, un ultimo addio e lo schianto del mio cuore. Mi affacciai al finestrino, ti fissai dolcemente, finche il treno sparve per l’ignoto portandomi tra la gloria o la morte. Mentre le lacrime mi rigavano le gote il sole argenteo luccicava su di esse quasi a voler sopprimere il mio pianto. Era il 9 maggio 1915. La mia vita d’amore trascorsa nella più grande felicità pareva dovesse avere un fine per sempre, pareva si stroncasse di colpo sferzata in quello strazio ad un simile e repentino distacco. 11 destino mi pareva pure avverso, la guerra era imminente e forse non t’avrei più riveduta. Tutte queste previsioni mi rendevano poco rosee anche le più tenui speranze tra il sogno dell’amore e l’ausilio del mio braccio che la Patria mi chiedeva. Ma forse tutto era per sempre svanito ; cercavo dimenticarti per qualche istante perchè la voce del dovere era più forte dell’amore ed a quel dovere dovevo ubbidire e fors’anche morire. Forse molto lungi da te doveva giacere per sempre esanime il mio corpo senza che tu avessi potuto deporre un fiore, mentr’ io poc’ anzi t’avrei ardentemente desiderata. E come se realtà fosse vedevo nella mia mente gl’insanguinati campi di battaglia, mentre avvolgevo nel mio cuore tutto il tuo amore con un impeto irresistibile e ribelle che nulla trattiene. Le notti mi si presentavano turbolenti tra questo amore e lo spettro della guerra. Intanto nella mia nuova dimora ad Asti i giorni passano monotoni in attesa che la frontiera ci ospiti. Questo infatti avvenne il 15 maggio mentre