95 avesse dato il massimo consenso, le pratiche dovute tardarono alquanto ad essere concluse per le formalità presso gli Enti militari di Pavia. Quando tutto fu portato a termine e la richiesta fu giunta alla Direzione dell’ Ospedale S. Giacomo di Modena era però troppo tardi e non mi venne consentito questo mio desiderio perchè un grande miglioramento si era notato nella mia ferita. Non mi avvilii, e giacché dopo una ventina di giorni dovevo godermi della licenza di convalescenza promessami, come tutti gli altri feriti, non sognavo che a questa. Ma il giorno di lasciare l’Ospedale subii un’altra visita medica del Colonnello sanitario : la mia ferita, benché ben rimarginata, mi poteva portare ulteriori conseguenze ed a questo referto la commissione mi sospese la licenza per l’invio al deposito del mio battaglione a Livorno, inabile alle fatiche di guerra. Questa nuova delusione mi lasciò di stucco, non ebbi però nessun sdegno, ben comprendendo le parole del mio Colonnello. Nella giornata non meditai però che il mio sogno, i miei famigliari mi attendevano e volevo ad ogni costo che questo sogno fosse stato tradotto in realtà. Nell’azione del 26 Maggio sull’ Hermada mi avevo guadagnato dieci giorni di licenza per merito di guerra ed al Colonnello stesso espressi il desiderio di essere inviato di nuovo alla fronte al mio Battaglione. Di là sarei sicuramente partito, e poi desideravo anche rivedere, forse per l’ultima volta, tanti miei cari compagni. Al suo diniego seguii la sorte, ed il giorno dopo prendevo la via per Livorno.