37 a Log il giorno 17, e fino al 22 non ebbimo altri pensieri che quello di trovare un sicuro rifugio dal cannone nemico che spesso bombardava quelle già diroccate casupole. Non potemmo però che rimetterci un po’ in morale, che fisicamente non ne giovammo, perchè le iniezioni antitifiche subite il giorno dopo ci avevano procurato febbri altissime. Quando ogni complicazione di queste fu scomparsa si riprese di nuovo la via del Iavorcek. Altra settimana di lotta contro gli elementi atmosferici e poi, sfiancati da queste avversità, fummo sostituiti da truppe fresche e mandati in riposo a Serpenizza il 29 novembre. fl Serpenizza. A quelle poco liete giornate ci coglie la gioia di un riposo un po’ più prolungato a Serpenizza tra Saga e Ternovo. Non dirò che questa gioia fosse perchè un po’ più arretrati dalle linee di azione, ma perchè Serpenizza era veramente un posto di riposo e, dirò, di ristoro pel nostro organismo spossato. La trincea ci era lontana una diecina di chilometri e qui provammo per la prima volta ad essere accantonati in case disabitate ma che ci offrivano un comfort ultra .... moderno. Si provava dormire sulla paglia al sicuro, riparati dalle intemperie e quasi .... borghesi. Sarpenizza era la fucina dello spirito, rinsaldava i cuori e temprava i muscoli. 1 vivandieri erano provvisti di ogni ben di Dio e nostra prima cura fu quella del Chianti che pareva ci facesse ringiovanire e scordare tutti i disagi. La guerra era solo sentita attra-* verso i boati del cannone e non si parlava d’altro