19 ed in un attimo siamo padroni della .... posizione. Una ghirba di vino, formaggio e una dozzina di pagnotte sono nelle nostre mani e presto, quasi tutto nel nostro corpo sempre affamato e assetato. Non vi dirò cosa avvenne poi ; ci svegliammo al mattino seguente con il capo che ci doleva per la solenne sbornia e, bagnati come i sorci, non potemmo fare a meno di raccontare, tra le pazze risate del sergente maggiore Sirtori, la nostra prodezza che se ci aveva ben satollati e resi ebbri dal vino, ci aveva però procurato un potente raffreddore. Il Cappellano Don Rubino. Oltre che ad un dovere di bersagliere, mancherei certamente di riconoscenza se in queste mie brevi note, il nome del Cappellano Rubino non venisse alla ribalta nei miei ricordi di guerra. Non per esaltare questa tipica figura di combattente, ma perchè in lui erano riunite tutte le più alte idealità di Dio e della Patria. Entrato in guerra con il 9° Bersaglieri segui in ogni passo il Reggimento ovunque questo posò il piede, in ogni dove il suo esempio e la sua parola ci furono di incitamento e guai a contraddirlo, perchè tanta era la sua passione e tanto si sentiva grande con i suoi bersaglieri. Grande di cuore, e di coraggio temerario non cessò mai la sua operosa attività nel-l’infondere nel nostro animo quel senso del dovere che doveva poi essere il simbolo più puro dei suoi combattenti. A Ternovo, nelle giornate di riposo, era il più caro papà del Reggimento, e mentre in varie circostanze celebrava la Messa al campo, in serata