48 ritorno. A Cividale si sarebbe informato meglio e qui giunto, il caso volle farlo incontrare con un amico mio, un caporal maggiore addetto al servizio postale dell’ospedaletto 032. Domandò del medesimo e di me, ne ebbe l’affermazione voluta e poco dopo eravamo stretti in un dolce amplesso. Poche parole, solo il suo pianto rivelava in quell’istante la stia emozione. Mi rievocava la notte precedente, il suo disappunto per le errate informazioni e mi guardava come quando ero un fanciullo. Era stanco ma non vinto ; aveva raggiunto il suo sogno ed era quasi raggiante nel suo muto dolore. Ma solo di due ore fu per noi quella gioia, due ore che parvero due minuti. Doveva ritornare a casa a riprendere il suo servizio di ferroviere, mentre quel tempo che doveva essere stato una sosta lunga da me era stato speso invano nella notte in cerca dell’introvabile. Lo rassicurai sulla mia salute, e poi fra una ventina di giorni sarei stato io pure a casa a passare la convalescenza. Lo accompagnai fin sulla strada, ci accomiatammo con grande affetto, e mentre s’incamminò per il ritorno riprese in lui quel pianto che poc’anzi gii aveva già rigato le gote. Un anno dopo. (Amore, previsioni ed impressioni di guerra) Carissima Ida, L’ora che si approssimava in quel giorno mi rendeva triste e pieno di passione, benché un orgoglio indicibile aveva preso possesso in me in un sacro dovere. Stavo per la prima volta per darti un addio,