53 per poi, i ciclisti dello Stato Maggiore, ritornare di nuovo ad Asti. Durante questa sosta compivo giornalmente il tragitto in bicicletta fino a Bassano per servizio del Battaglione stesso. Benché la strada fosse delle più faticose, per l’erta che dovevo salire al ritorno, provavo una pazza gioia nel pedalare e rivivere in pari, tempo, la mia passione. Oltre ad altri, faceva pure parte quale ciclista il sergente Tettamanti di Caval-lasca (Varese) il quale non voleva accettare la mia supremazia quale « grimpeur » e sudava varie camicie ogni qualvolta doveva seguirmi per qualche mansione che si doveva sbrigare a Bassano. Da ciò si originarono varie sfide sia in salita che in discesa, ma sempre con uguale risultato. Il Tettamanti non sapeva rassegnarsi e intanto la tenzone aveva preso una piega un po’ seria che un giorno a Bassano, in piazza d’armi, decidemmo di correre una gara di velocità, l’ultima, e poi si sarebbero definite le qualità ciclistiche di entrambi. Ma anche questa, come le precedenti, sarebbe stata mio appannaggio se un incidente imprevisto non mi avesse tolto di .... gara a pochi metri dal traguardo perchè in piena velocità non potei scansare un sasso il quale mi mandò a gambe per aria. 11 mio rivale, che mi seguiva ad una diecina di metri, non potè lui pure evitare la caduta che, dopo un incerto zig-zag, mi cadde addosso proprio nel momento in cui stavo ancora ruzzolando sul terreno. Ci rialzammo un po’ malconci, ma il Tettamanti aveva vinto quella sfida perchè nella sua caduta aveva ruzzolato più in lungo di me ed aveva passato il segno in piena velocità con il ... naso a terra. Benché fos-