24 di non più di cento metri di circonferenza attirava la nostra bramosia per la sua acqua che dall’ aspetto sembrava bevibile e, senza esitazione fu mandato il bersagliere Amelotti con varie gavette per rifornirci mentre noi assistevamo in silenzio le sue mosse. La fifa era la sua compagna inseparabile, ad ogni passo si voltava come per accennarci che non correva nessun pericolo ; ancora una cinquantina di metri e poi avrebbe immerso le gavette nell’ acqua gelida. Ma raggiunto l’obbiettivo, si vede comparire un austriaco dalla parte opposta del laghetto per la medesima bisogna. Entrambi si guardarono un attimo con sorpresa e poi fecero un rapido dietro-front e via di corsa sfrenata. Assistemmo alla comica scena cercando di frenare le risa, ma appena l’Amelotti ci raggiunse, non con l’acqua ma con un sacco di spavento e ancora agitatissimo raccontava l’accaduto, demmo sfogo a tutte le risate. Ma se è vero che buon riso fa buon sangue non così fu per me alla distribuzione del rancio. L’Amelotti nell’orgasmo della sua corsa sfrenata non si accorse nemmeno di aver perso le gavette, e così pure la mia restò vicino al laghetto a testimoniare la fifa dell’Amelotti stesso e di quell’austriaco che ancora più trafelato scomparve senza un arrivederci. Risaliti alla sera sulla nostra posizione al Polou- nik senza gavetta, restai con il solo ____ riso della mattinata. Nella Conca di Plezzo. Da lama Planina al Polounik, durante un mese di sosta che ci fa assistere alla preparazione per