83 dante. Avanzai infatti con i miei uomini per circa trecento metri. Nutrivo grande timore, ed ero ossessionato di cadere in un’imboscata. Feci ritornare un bersagliere per rendere edotto il capitano che nulla vi era di nuovo ; se dovevo ritornare o proseguire ancora un poco. Al ritorno dello slesso proseguimmo perchè tale era l’ordine avuto. Avevo però giudicato che la prudenza non dovesse sorpassare i limiti e percorsi un’altro centinaio di metri, sostammo guardinghi perchè una folta macchia non consigliava peraltro alla temerarietà. Giacché lo sguardo era impenetrabile, mandai due bersaglieri fino alla soglia stessa e di là ne ebbi sentore che il mio presentimento non era azzardato. Una scarica di fucileria infatti ci colse improvvisa. Comprendemmo subito il tac-pum austriaco ; non ebbimo più dubbi che quello non era .... il collegamento che si cercava. Misimo a dura prova i nostri garretti, ed in un attimo fummo nella nostra linea che non a torto era stata messa in allarme. Misi al corrente il mio capitano ; a circa quattrocento metri vi erano gli austriaci, e spasmodicamente ripresi, con gli altri, il lavoro di rafforzamento. Quella scarica aveva rivelato che eravamo a contatto coi difensori dell’ Hermada, e quella scintilla che si era appena accesa doveva divampare all’alba, rovente e tragica. Il Marsala agli austriaci. Intenso ormai procedeva il lavoro di assestamento, e gli Ufficiali non davano tregua alla loro opera di incoraggiamento spingendosi da un punto all’altro del