55 in guardia perchè nessuno le facesse cambiare posto. Si sa, con certi stomaci mai sazi era poco raccomandabile lasciare incustodito il tascapane per non passare da fessi ! Alla fioca luce di una candela mi misi con altri bersaglieri a giocare a carte e, oltre che ingannare un po’ il tempo, chi perdeva avrebbe pagato un fiasco di vino al ritorno a San Canziano. Finito lo svago, e anche per non disturbare oltre gli altri che già erano in preda a Morfeo, ci accovacciammo noi pure sicuri di un sonno tranquillo meglio che all’accantonamento. Misi il mio tascapane sotto la testa a guisa di guanciale come si usa nella vita di guerra e, ben convinto che la pagnotta sarebbe stata di mia proprietà, mi addormentai saporitamente. E poi, chi si sarebbe azzardato a tanto ? Certamente mi avrebbero destato e li avrei presi per le orecchie! Poco prima però che fossimo destati per lasciare quella trincea uno strano rosicchiare sotto la mia testa mi dà la sveglia un po’ in anticipo ed accesa una candela che avevo in tasca constatai con grande sorpresa che il tascapane era rosicchiato e presentava un largo foro. Compresi subito : la mia pagnotta era andata per metà ai topi che, senza chiedermi il permesso e più scaltri del più scaltro rubacchione, mi avevano fatto fesso. Mentre maledivo con tutta la mia ira quelle bestie colpevoli di tanta audacia svegliai i miei più prossimi compagni, che nel riferirgli l’accaduto non seppero trattenere le risa più schiette. Nella giornata a quota 144 non pensavo tanto ai colpi di cannone come a quei maledetti topi che, oltre avermi giuocato quel brutto tiro, mi tennero per metà a stomaco vuoto e deriso dai miei compagni.