59 sole nel loro aspetto, sotto i colpi che il cannone abbatteva con furia, e gli alberi sfrondati mostravano i segni dei tiri distruttori dandogli un aspetto quasi selvaggio, i nostri grossi calibri, qualche centinaio, continuavano intanto la loro opera di distruzione aprendoci il varco tra un groviglio di reticolati ed ogni sorta di insidie che il nemico aveva preparato per infrangere le nostre velleità. Gli austriaci rispondevano terribilmente, si che le perdite da ambo le parti erano già ingenti. L’aspetto del luogo battuto era di una tragicità senza pari che forse mai vide l’eguale in altre azioni, tanto che la collina pareva bruciasse in immense colonne di fumo irrespirabili. Queste andavano man mano allargandosi come in cerca della loro preda, formando una cortina rossastra che poco lungi nulla lasciava intravedere, e che il sole tentava invano squarciare con i suoi raggi. Sembravamo avvolti in una fitta nebbia, l’azzurro del cielo non era più visibile, e pareva celato per non assistere a tanto flagello. Intanto il duello delle artiglierie andava sempre più intensificandosi come sfidandosi a vicenda. La scena rivelava tutti gli orrori su questa altura della morte. Nessuna penna potrà mai descrivere ciò che furono quei momenti tra le visioni della morte che ci guardava terrea ed indomabile, come nessuno potrà mai abbozzare uno scritto veritiero se non abbia vissuto in quell’angoscia terribilmente penosa. L’ora del-l’assalto intanto si avvicinava. In quei momenti di ansia indicibile non so se la vita mi fosse stata più cara di un bacio materno o della ragazza che in quel momento deteneva il mio cuore. Molti di noi