68 Verso Cormons. Dopo quasi quattro mesi trascorsi ad Olgiate, in cui dimenticammo un po’ le tradizioni del nostro corpo, mentre lontano da noi combattevano e morivano altri fratelli ci giunse, se pur atteso, l’ordine di partenza per Cormons. Il tragitto si doveva percorrerlo in bicicletta, ed il primo maggio, macchine affardellate e in sella, compimmo la prima tappa che si concluse a Palazzolo sull’Oglio. Peccherei certamente di insensibilità se non dicessi che Olgiate fu lasciata con rimpianto e con il più caro dei ricordi. In compenso però alla poca disciplina osservata in questa borgata lombarda centuplicammo le nostre energie per l’ora del grande cimento che di nuovo ci attendeva alla prova. Non imprecammo alla sorte, ma partimmo animati dai più fieri propositi. Era in noi ritornata gagliarda ed intatta tutta la nostra fierezza di bersaglieri, di combattenti e, sopratutto, di corsari del Carso — come definì l’allora comandante il 3° Battaglione ciclisti Tenente Colonnello Razzini di Pavia, caduto eroicamente nella conquista di quota 144 il 16 Settembre 1916 —. Ondate di entusiasmo si sollevavano al nostro passaggio in ogni luogo, mentre nelle distese pianure solate, con le strade avvolte in un polverone accec-cante, il Battaglione passava lesto innondandole di canti e di giovinezza. Quanto sentimento di poesia e quanta dolcezza di cuore sentii in queste giornate di marcia ! Mi pareva ancora di sentire il clamore di folle