51 mentre il pensiero costante mi sorreggeva in ogni gesta. Nel giugno avvennero i primi scontri, nel luglio ed agosto si intensificarono vieppiù per poi arrivare ai nostri primi scacchi nelle sanguinose giornate nella conca di Plezzo, in settembre. Nella seconda quindicina di ottobre combattemmo forse le nostre più dure battaglie ; qui credetti finire i miei giorni, le mie sofferenze. Ma l’amore mi sosteneva, l’amore era l’ausilio della mia forza, della mia giovinezza. E che sarebbe stata per me la vita se non t’ avessi così fortemente amata ? I combattimenti si susseguivano intanto con maggiore intensità e ad una mia prima ferita non ho la soddisfazione delle tue cure. Intanto si avvicinava il nostro peggiore nemico : l’inverno. Le nevi raggiungevano già considerevoli altezze per poi divenire candidi baluardi insormontabili. Nel dicembre, dopo insistenti attacchi nemici, già agognavo di rivederti in una mia licenza invernale quando una malattia lenta ma progressiva abbattè le mie speranze. La notte di Natale ero morente in un ospedaletto da campo e mentre tu a casa mi attendevi ansiosa, il male per poco non spense la mia esistenza. Ma anche qui mi resi conto che per te ero nato ; mi feci forte e la mia fibra resistette contro il male atroce. Il 13 febbraio 1916 mi sentii finalmente rinascere a vita. Qualche cosa di inesprimibile provai in me ; mai cosi grande fu la mia consolazione come in quei giorni di convalescenza in cui ti rievocavo tutto il mio spasimante passato. Avevo scordato tutte le sofferenze perchè avevo pur vinto le mie battaglie, sostenendo con la forza del mio animo tutta la mia passione : 1’ amore.