CARO GIOVANNINO, Una presentazione tu mi chiedi? Ma la più bella presentazione è la tua piuma da bersagliere, la tua fede di italiano, la tua religione della Patria, il tuo amore al Re ed al Duce, primo bersagliere d'Italia. Tu, unico forse, tra tutti i lavoratori manuali, hai sentito il bisogno di ricordare fatti ed eventi della nostra guerra. E tu povero calzolaio, che a dieci anni abbandonasti il banco della scuola per il deschetto, ora, non per spirito di lucro nè per vanagloria, ti sei deciso a pubblicare le tue memorie di guerra solo per ricordare. Per rivivere nel ricordo il tuo passato di combattente, tutte le ansie, tutti i tormenti, tutte le gioie che hanno fortificata la tua tempra, che hanno radicato in te, umile tra gli amili, l’amore per l’ideale della Patria. E se la mancanza di preparazione letteraria, non ha saputo alterare i fatti reali, coprendoli con i voli lirici della fantasia, pur nella loro nudità scheletrica, si sente attraverso la tua descrizione il palpito della sofferenza umana. Il tuo scritto, se non parlerà alla mente, certo parlerà al cuore, specialmente a chi della guerra è stato attore e della vittoria umile artefice. Saluti Prof. Evaristo Bianchi