18 una zona, dirò, di villeggiatura. 11 nemico ci è lontano, non si scorgono che traccie giù a valle a Cerzoca e Plezzo ridente cittadina, quest’ultima, sull’Isonzo nella Conca omonima. Comprendo che anche essendo in guerra ci si può ingrassare, e tale è la mia situazione. Benché il rancio sia abbondante, per noi a queste alte quote, la fame è sempre insaziabile. Il monte lama Planina oltre che avere la fama di stimolatore di appetito è anche tristemente famoso per le sue intemperie sì da divellere tende e baracche di ricovero. Una di queste intemperie era però da me attesa con ansia per organizzare con i bersaglieri Groppo, Veronesi e Beda, quest’ultimo poi eroicamente caduto a Monte Zebio, un piccolo svaligiamento al deposito viveri, custodito dal sergente maggiore Sirtori. Benché avvisato in precedenza del nostro proposito, non volle credere e, affermando che lui stesso avrebbe fatto buona guardia, abbozzò quel sorriso che gli era abituale. L’attesa infatti non fu che di qualche giorno. Il 16 luglio un violento uragano di grandine si scatena sul monte ed il momento era propizio. In breve le tende e le baracche sono sconvolte, tutti cercano scampo sotto le rocce a quel finimondo, meno noi che in mezzo alla grandine che cade con violenza inaudita si da raggiungere quasi mezzo metro, restiamo in agguato alla baracca dei viveri in attesa che il guardiano si allontani. Lo vedemmo infatti far capolino forse per spiare le nostre intenzioni : non ci vide, altrimenti avrebbe difeso a colpi di .... pagnotta la situazione che si faceva critica. Schiuse il quasi divelto e madido ricovero e in quattro salti fu sotto le roccie. Non tardammo oltre