¡Manfredi, non ostante che la lotta con la Chiesa fosse entrata nel periodo acuto. L’attività commerciale pugliese-veneziana tornò a farsi viva ; i prodotti agricoli, ohe in tanta abbondanza l’A-pulia produceva, ripresero la via di Venezia, delia Dalmazia e dell’Oriente, e gli articoli del commercio orientale e i prodotti delle industrie veneziane ebbero sfogo su tutti i mercati pugliesi. Appunto perchè questi scamJbi e comunicazioni fossero più frequenti e proficui, i principi Svevi allargarono la mano nel concedere franchigie e libertà di commercio sia ai mercanti regnicoli che ai forestieri. Manfredi favorì e protesse i rapporti con l'O-riente e la Romania, alla quale era legato anohe da parentele. Con le repubbliche marittime italiane, le quali avevano accumulato molti interessi in Puglia, si attenne alla politica dei trattati di commercio praticata dal padre. In uno stesso anno, 1257, concluse il noto trattato con Venezia e quello con Genova : le concessioni fatte da Manfredi a queste due repubbliche si compensavano ampiamente con quelle da esse fatte ai mercanti regnicoli. Da questi trattati, e dai successivi diplomi regi del ’59 e del ’61, appare evidente la continuità della politica commerciale serbata dai tempi di re Guglielmo II in poi, facendosi persino la distinzione fra gli antiqua jura fiscali dell’età normanna ed i nova statuta riordinati da Federico II. Minori concessioni fece Manfredi ad altre repubbliche marittime, ohe avevano relazioni di commercio con la Terra di Bari. Erano tra queste la città di Fermo e quella di 'Spalato, cfhe riuscì a farsi perdonare gli atti di pirateria consumati da alcuni suoi mercanti, ed a essere riammessa nella pratica del regno. — 30 —