merciali degli Amalfitani, Longobardi, e Veneziani. iSicchè il dominio bizantino fu vantaggioso sopratutto per avere come allevato e favorito i primi timidi passi, dlie le città costiere tentavano nel commercio marittimo dell’ Adriatico e del resto del Mediterraneo. In virtù di questi inizi, i rapporti di amicizia e di commercio di Bari, con Venezia, Spalato e Cattaro nell’ Adriatico, con Costantinopoli e A-lessandria in Oriente, si fecero più vivi, e della ricchezza e prosperità derivate dagli allargati traffici son prova i grandiosi monumenti, che si iniziarono nel secolo XI in tutte le antiche o le nuove città dell’ Apulia. Alla metà del secolo XI quasi tutte le città dell’ Apulia, politicamente ancora sotto 1’ alta potestà dell’ Imperatore d’ Oriente, reggevansi in realtà a comune libero, ma quelle che più si avvantaggiarono della libertà e prosperarono nei commerci, furono le città marittime. Allorché la loro dipendenza politica cadde sotto i Duchi normanni d’ Altavilla, questi giova-roinsi dell’ importanza marittima raggiunta da queste città, e servendosi dei loro porti e delle loro flotte potettero, per poco, pensare alla conquista dell’ opposta riva dalmato-greca dell’ A-driatico. Barletta cominciava a diventare il centro del commercio granario dell’ Apulia, mentre Biton-to e Bari erano le piazze più celebri per 1’ olio : 10 staio di Bari, con lo staio pubblico usato a Bitonto, furono per molti secoli le misure internazionali più comuni del commercio oleario. Come uguale importanza ebbe per le granaglie 11 tumino di Barletta. Nella seconda metà del secolo XI le città co- — 22 —