tutto questo lavorio ohe venne fuori, l’anno dopo, il codice di Melfi. Volle,‘intìne, stabiliti definitivamente i grandi mercati annui o fiere, je quali, per le franchigie godute in quei dati giorni, erano fattore di notevole incremento ai commercio interno ed e-sterno. Tre grandi fiere eibbe, così, la Puglia : quella di Lucera, unita, alla festa di S. Giovanni Battista ; la fiera di Bari, che durava dal giorno della Maddalena a quello di S. Lorenzo; e l’altra di Taranto, da S. Bartolomeo alla Natività della Vergine. La vita commerciale trasferì vasi così alternativamente nei maggiori centri di produzione e di attività del regno, formando come dei mercati mobili di attrazione e di convegno commerciale dell’Italia meridionale. La politica commerciale fatta da Federico II, per larghezza ed originalità di vedute, è tale ohe soltanto trova uin riscontro con quella seguita dai maggiori stati d’ Europa alla fine del seco- lo XIX. Con le stesse repubbliche marittime italiane egli non elbbe debolezze, ma fece loro concessioni solo in compenso di altre che aveva per i suoi sudditi. Venezia, divenutagli ostile dapprima ce-latamemte e poi in palese, fu da lui trattata energicamente, come avvenne di Genova, nonostante che da questa egli avesse tratto i migliori uomini di mare ohe lo servirono, come il Doria, Ansaldo Mari e Niccolino Spinola. Pisa, invece, gli fu sempre fedele. Mercè la sua oculata politica, si può affermare clhe verso la metà del secolo XIII il regno di 'Sicilia predominava nel Mediterraneo, dai mari d’Oriente alle colonne d’Èrcole, e grande libertà regnava nel commercio. — 28 —