— 65 — § 5. TURCHIA. Nella gravità stessa -del disastro che l’ha colpita, la Turchia ha trovato la forza per riaversi. La sua politica interna potrà essere variamente giudicata, ma un fatto centrale innegabile esiste: la volontà e la dimostrata idoneità di riorganizzarsi su nuove basi. Gli evidenti sintomi della rinascita sono: la solidità oramai non più discussa dell’attuale regime, i trattati di amicizia conclusi, la costruzione di ferrovie e porti iniziata, la promulgazione di nuovi codici, il riordinamento amministrativo e una forte struttura militare. Il censimento del 1927 porta a 13.750.000 gli abitanti della Turchia. È un nucleo compatto di una razza sulla via di ritrovare l’antica forza dispersa a traverso ila corruzione di Bisanzio. Naturalmente, era prima necessario che isi liberasse dalla impalcatura sociale, religiosa, politica ©d economica antiquata ed insufficiente ai moderni sviluppi. Il popolo turco è andato sull’orlo idi morire; era naturale quindi che distruggesse l’organizzazione eh© io aveva portato in tanta rovina © si incamminasse per nuove vie. La marcia è condotta da Mustafà Kemal Pascià E1 Gbazì; un Capo di straordinario valore che ha avuto il coraggio di affrontare e risolvere dei problemi universalmente ritenuti come insolubili; ha salvato ila Turchia dalla estrema rovina © le ha imposto un radicale mutamento nella vita politica e sociale. Le varie tappe della marcia Turca si possono riassumere così: Maggio-settembre 1919: Organizzazione militare del-l’Anatoìia fatta da Mustafà Kemal Pascià inviato in Anatolia come Ispettore dell’esercito e non ancora in ^ Bektonelli. Il nostro mare.