— 39 — se uomini .dii buona volontà tentano di evitare che i due Imperi si mettano sopra rotte di collisione, codesta rivalità è una dtìlle essenziali forze agenti nella politica del mondo. Per ciò fu esaminata in questo studio; più precisa-mente per mettere in evidenza le inevitabili ripercussioni mediterranee. Basta infatti enunciare l’ipotesi ohe l’Inghilterra debba fronteggiare l’America per dedurne l’immmediata conseguenza che non potrà distaccare forze in Mediterraneo atte ta mantenere l’attuiale predominio dovuto al possesso di due formidabili basi navali e di una potente Marina da guerra. La rivalità esiste e forse senza possibilità di effettiva e durevole conciliazione; (1) un accordo sulla questione del disarmo e la firma (subordinata a gravi riserve) 'del patto Kellogg difficilmente possono annullare le profonde ragioni di dissidio fra i due grandi rivali. Bisognerebbe che uno dei due imperialismi volontariamente rinunciasse a vivere; ma non sembra che nessuna vicenda di partito al governo possa mai condurre a così inverosimile risultato. E la rivalità si manifesta nelle due forme concrete possibili di dominazione economica e navale. Quanto alla prima, gli Stati Uniti grandi produttori anzi regolatori della produzione di ferro, acciaio, rame, carbone, petrolio, legname, cotone, grano e detentori di più di metà dell’oro-moneta disponibile nel mondo hanno già quasi affermato la sovranità economica mondiale. Quanto alla seconda, più difficile riesce loro di conse- (1) Del resto se gli Stati Uniti e l’Impeio britannico venissero ad un accordo per imporre al mondo il loro dominio, (e la Chiesa Cattolica?) si avrebbero certo delle reazioni di portata imprevedibile. Forse il più tremendo conflitto verrebbe scatenato da un siffatto tentativo di far riconoscere come immutabile una situazione mondiale a loro decisamente favorevole.