DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC. cipe egli medesimo, accortosi dello error, fece serrar a Lizzafusina e tornò la Brenta a Resta de aio. Le acque salse poi roderno e consumorno la secca, che avea fatto la Brenta in la laguna ; e perchè la Brenta con le sue inondation inondava il Padoan, qualche fiata, o forse per scusa di quelli inzegneri, atterrava troppo verso Resta d’aio, perchè già era atterrato fino a S. Marco Bocalame, consigliamo alcuni inzegneri forestieri che si dovesse dar un sborador da per sì ad essa Brenta e feceron il sborador di S. Bruson, facendo andar 1’ acqua da Lugo via alla volta del porto di Malamocco pur in la laguna. Et per quello sborador di sopra et per il fiume di sotto si cominciò prima ad atterrar li lochi tra la Brenta de Lizzafusina et il canal va a Piove. Seguite poi che la Brenta, per esser stretta nel suo alveo, anchora inondava qualche pos-session : fo consigliato che ’1 si dovesse far li sboradori delle Gambarare e della fossa de le asse, ponendoli davanti li occhi il far de molini di Valieri per molto utili alla città. Il che è stato la rovina et il veneno che la faria morir non si provedendo. Li quali sboradori haveano pur capo in questa laguna, e così in breve tempo tutti quelli lochi tra il canal di Piove et il canal della Brenta s’ atterorno. Compiuti da alciarsi essi lochi, l’acqua di la Brenta cominciò poi a far il medesimo in la laguna. Il che veduto serorno la bocca di Resta d’ aio et la cacciorno nel canal di Siocho, facendola andar pur al porto di Malamocco e in la laguna. Dove diavolo havevano li occhi quelli inzegneri ! alla laguna non già ! perchè vedevano il mal futuro che dovea venir per li effetti e passati e presenti. Certo è che faceano più caso delli campi, dico di terraferma, che di Venetia. Veneron poi alcuni altri inzegneri, che faceano ben molini et arricordono di far molini a Mestre et altri edifitii : il che parse buono et fu il tossico a Venetia. E perchè Mestre non havea altra acqua che il Marcenigo, che è un ramo del Muson, et quella non era bastevole, questi inimici di Venetia condusseron le acque del Dese a Mestre dall’ una banda del terraio et quelle del Zero dall’ altra. E perchè quelle del Zero erano pochissime, acciochè ancora il Sile venisse a far la sua parte in questa laguna, feceron tre tagli al Sii facendolo entrar nel Zero al loco della villa detta Levada : e così feceron ben masenar li molini, ma molto meglio atterrar la laguna verso Venetia al loco di Mergara e S. Zulian. Passato un tempo et 'accortosi dell’ error e danno, tolsero essi inzegneri per rimediò di mandar le acque verso i monti e feceron quella Brenta Nova, che va da Mergara al Dese, con eccessiva spesa, e quella poi cominciò atterrar la laguna di Torcello, che le secche, dico del terren fermo, giongono fino ad essa città, anchor che la non reuscita se non con le grandissime inondation : e pur l'acqua non stava di venir per il loco di Mergara verso Venetia e s’accompagnava con le acque del .Bottenigo ed atterava. Per il che tolseron per espediente di serar tutte esse acque di sopra la laguna e far un arzere, che cominciasse di sopra Mergara et andasse a Lizzafusina, prosuponendo che le acque delli molini da Mestre a quelli di Botenigo dovesseron evacuarsi una parte per la cava fata in Dese et l’altra nella Brenta al loco di Lizzafusina. Io veramente impacisco pensando dove haveano il cervello questi inzegneri. Al-l’alta in Dese l’acqua non puoi ascender; in Lizzafusina manco, quando la Brenta è grossa ; ma non pensavano forse che la dovesse pur crescer. Credo ben che li poveri s’ingannavano a questo modo non havendo la vera pratica delle acque salse : adopror-no il livello, e livellando o per terra overo per l’acqua credevano esser in Lombardia, dove 1’ acqua sta ad un segno molti giorni ; e cominciorno a batter il livello a Mergara in termine che le acque salse erano alte, ingionti in Dese in termine forse che le erano basse ; videron che li era caduta assai competente et s'inganorno : e così feceron da