— 53 — questione chiusa attribuendo a sè tutto il massiccio montagnoso idei Tibesti, del Borcu, dell’Erdi, dell’Enedi; di fatto, essa vi ha già compiuto atti idi sovranità. La base giuridica della tesi francese è essenzialmente la convenzione anglo-francese del marzo 1899 che stabiliva le rispettive zone d’influenza in quelle regioni; ma la Turchia non accettò codesta convenzione stipulata senza il suo intervento e non mancò di protestare. Di fronte alla sua protesta i due stipulanti assicurarono che i diritti turchi sarebbero stati rispettati. Non è qui il caso di 'indugiarsi ia discutere la questione, il che del resto è già stato magistralmente fatto nel libro di Roberto Cantalupo (1). Qui importa soltanto stabilirne l’esistenza attribuendo ad essa tutta l’importanzia che ha nell’insieme dei problemi mediterranei italiani. Cadrebbe in errore chi considerasse la questione dei confini sud della Libia di secondaria importanza, riducendola ad una contestazione di qualche migliaio di chilometri quadrati di deserto. Dal punto di vista economico si tratta di territorio che probabilmente ha sciarso valore, ma dal punto di visita politico, la questione assumic un carattere totalmente idiverso. Se quel massiccio montagnoso diventasse territorio francese, la Libia ne uscirebbe mutilata, senza possibilità di penetrazione commerciale in quella importante direzione, senza la possibilità di mantenere il dominio effettivo della linea di confine che i Francesi varrebbero attribuirci, appartenendo tutti i pozzi ¿Ila regione montagnosa in loro mano. Accettare la tesi francese significa gravemente intaccare il valore politico strategico della Libia. La Libia è per l’Italia non soltanto la sua provincia africana che potrà gradatamente essere riportata col lavoro italiano alla sua antica floridezza economica, non (1) « L’Italia mussulmana » (1928, La Voce, Roma).