— 86 — dominante che fosse in grado di compiere la missione che ebbe Roma nella penisola italica di duramente imporre col ferro e col fuoco l’idea unitaria .alle popolazioni che nemiche fra loro abitavano l’Italia. Vi furono Principi serbi e bulgari che tennero in soggezione quasi tutti i Balcani, ma si trattava di successi temporanei di sforzi sporadici non accompagnati dalla capacità organica statale e militare di mantenere il dominio entro i confini fortunosamente conquistati. I confini fra i varii Stati che vennero stabiliti dopo la Grande Guerra son ben lungi dal rappresentare tuia sistemazione ideali» ulte giusta e praticamente duratura; forse una sol /. ione giusta, tale cioè da trovar tutti consenzienti no 1 esiste essendo estremamente difficile segnare i confini delle razze ohe, attraverso complicate vicende storiche, si sono commiste fra loro, ed ugualmente difficile essendo far tacere nel cuore degli uomini i rancori e gli odii. Certo nei Balcani è tregua; non pace. Le tribù che durante una lunga permanenza ad ovest del Volga assunsero il nome di Bulgari e poi occuparono l’attuale Bulgaria presero dagli Slavi la lingua e più tardi la religione, ma non sono di razza slava. I Bulgari appartengono in parte ad un ramo del tronco turco (invasione del VII secolo sotto Asparuch), in parte sono di origine finnico-uraliana (invasioni del secolo III e IV) in parte sono dei Galli-celti che abitavano quel territorio quando incominciarono le invasioni dal nord-est. La Bulgaria nel 1914 aveva una estensione di kilo-metri q. 114.000; con la pace di Neully ha perduto la Tracia inferiore e lo sbocco nell’Egeo. Attualmente il suo territorio è ridotto a kmq. 102.000, con circa 4 milioni idi abitanti. Uscì rovinata dalla Grande Guerra non solo per le mutilazioni inflitte al territorio e alla stirpe, ma anche per le catastrofiche condizioni economiche imposte.