- 57 - con l’interno, mentre invece facile e breve si apre la via del mare verso la costa italiana. È maturale quindi die in questo senso si siano avviate e mantenute le spontanee relazioni ¡commerciali e culturali. Soltanto un lungo lavorio politico e amministrativo compiuto nel secolo scorso seguendo un preciso programma dell’ Impero austriaco riusciva a rendere predominante in Dalmazia l’elemento croato ostile agli Italiani. L’Italia si trova aneli’casa di fronte ad un problema adriatico che la Grande Guerra non ha risolto. La vittoria ha migliorato la nostra situazione in Adriatico, non tanto per l’acquisto territoriale incluso nei nuovi confini quanto perchè ora premono in direzione dell’Adriatico, non più una volontà imperiale che aveva ai suoi ordini 45 milioni di sudditi, ma i 12 milioni che costituiscono la Jugoslavia. Sorse la Jugoslavia nei giorni dell’armistizio dall’aggregazione alla Serbia della Croazia e della Slovenia. (Mentre la Serbia nei confimi del ’14 aveva (una superficie idi kmq. 87.000, il regno S. H. S. ha ora un territorio triplicato di circa kmq. 249.000. Croati e Sloveni, aggregandosi alla Serbia, si mutarono da sconfitti in vittoriosi. Quelli che erano stati i più accesi nemici dell’Italia con nel cuore l’esaltazione dell’odio contro di no», quando si trattò di pagare il prezzo del sangue, li trovammo seduti dalla nostra parte, invece che averli di fronte, con ile mani legate, come i vinti che ascoltano la sentenza dei vincitori. In questi primi dieci anni di vita politica non sembra che la Jugoslavia abbia fatto molto cammino nel senso di risolvere il minaccioso dualismo fra Serbi e Croati; dualismo che costituisce il suo gravissimo problema di politica interna. I Serbi più numerosi e dominanti nel governo e nell’esercito hanno risermto per sè tutti i posti di comando