Dopo San Germano. 97 una esigenza generale e superiore di tutta la Nazione, alla quale è giusto, è indispensabile che ogni altra considerazione sia sottomessa. Per la sua sicurezza questo Stato di 40 milioni di cittadini ha bisogno di integrare la propria unità, annettendosi anche l'ultimo tratto settentrionale del territorio italiano, abitato da 600.000 persone, delle quali poco più di un quarto parla un’altra lingua. Se si crede, come non si può non credere, che il confine al Brennero sia condizione elementare per l'effettivo raggiungimento dell'indipendenza nostra, non dovremo certo lasciare che di un tale interesse di 40 milioni di italiani si decida dai 180.000 Tedeschi trasmigrati dalle Alpi. Del resto, qual'è il valore obiettivo di plebisciti indetti in condizioni di grave perturbazione dello spirito pubblico, come sarebbe coteslo che si vorrebbe promuovere nella regione atesina, nel colmo della crisi prodotta dalla grande guerra ? Se io osassi per primo formulare qualche dubbio sul valore assoluto dei plebisciti indetti in simili condizioni, le mie parole potrebbero essere ritenute come l'espressione di una specie di scetticismo reazionario. Ma badate. Un tal dubbio fu di Giuseppe Mazzini, quando egli infirmò la sincerità dei plebisciti eseguiti per sanzionare l’avulsione dall'Italia di provincie già politicamente appartenenti al Regno di Sardegna. Parliamoci chiaro. Il fine della proposta dell’onorevole Riboldi e delle altre analoghe è uno solo: la retrocessione del Brennero al germanesimo. 11 germanesimo si è infiltrato di qua dallo schermo posto da natura (ricordate i versi del Petrarca ?) fra esso L. Fwfcm*« 7