158 Il trattato di Rapallo. degli esteri, in questo caso non si tratta tanto di definire giuridicamente una clausola di una convenzione internazionale, quanto di vedere con quale spirito questa sia per essere eseguita. Ora io vi dico che, se le disposizioni della Jugoslavia verso gli Italiani soggetti rimarranno quelle che si sono manifestate nei due anni di arbitraria occupazione di Spalato, di Ragusa e di Traù, e se il contegno dell’Italia continuerà ad essere quello che è stato dopo l’assassinio di Gulli e di Rossi, avremo ogni giorno la possibilità di un casus belli o di una intollerabile umiliazione. Pensateci, se siete ancora in tempo. O>nsideriamo, per contro, la condizione creata a Zara. « Zara è salva», conclamò la stampa ufficiosa, appena firmato l’atto di Rapallo. No, onorevoli colleghi : Zara, in premio della sua perpetua fedeltà, è stata soffocata e beffata. Non so, nessuno di noi sa come essa potrà vivere. Diventerà una piccola colonia italiana sull’ altra sponda, interamente a carico della madre patria, chiusa in una ferrea enclave come una gemma, che si abbia la soddisfazione di possedere ia astratto e che sia ben custodita a parecchi giri di chiave entro la cassaforte altrui. Essa deve questa condizione, che fu detta privilegiata, e che significa in realtà la morte per inanizione o la vita per mendicità, la deve unicamente a questo fatto: che l’esito delle elezioni amministrative ha dato ivi, fino alla vigilia della guerra europea, ancora la vittoria, gloriosa vittoria, a quel partito locale che a Zara aveva tuttora la possibilità e il coraggio di nomi-