I problemi della pace italiana. 13 trebbe condurre il nostro paese, lo credo invece che noi metteremmo in pericolo non soltanto il nostro avvenire nazionale e la sicurezza del nostro territorio, ma 10 stesso ordine della pace generale, se ci mostrassimo disposti a cedere su quella che è la consistenza giuridica, politica, storica, morale della legittimità del nostro possesso, poiché nessuna concessione che noi facessimo, decampando da quella stretta base di diritto e di fatto, in cui è la nostra forza, potrà mai essere sufficiente per saziare l'ingorda megalomania, veramente imperialistica, dei nostri competitori e dei loro interessati patroni. 1 patti intemazionali confortano il nostro diritto sulla Dalmazia ; la volontà solenne del popolo di Fiume ha attuato, in una forma che non poteva essere più imperativa, l’unico caso di autodecisione secondo 11 conclamato principio vilsoniano: in Dalmazia e a Fiume lo stato di diritto si rispecchia nello stato di fatto. Chi può avere, seriamente, interesse a toglierci di là, dove siamo legittimamente ? Noi non possiamo accettare la soluzione iniqua riproposta dal signor Wilson nella sua ultima comunicazione, di cui ho parlato; nè possiamo ritentare di trovare una via d’accomodamento, che non esiste, con la sua intransigenza. Sono profondamente convinto che la nota scritta, consegnata dagli alleati al ministro onorevole Scialoja. non sposti di una linea i termini della questione. I doveri di una solidarietà formale col signor Wilson spiegano l’origine di quel documento; alla cui portata pratica io non credo. Aspettiamo dunque, fermi e pazienti, dove siamo. Questo ci consigliano la fedeltà doverosa verso