72 Il trattato di Rapallo. della storia, sono sempre state una vicenda continua di gravissime sventure e di terribili rovine; essa è stata sempre la preda di tutte le rivalità di Turchi, di Slavi, di Greci, che si sono fatalmente scontrate nelle sue valli, e che l'hanno smembrata e dilaniata. È evidente che nel giugno 1917 l’affermare la indi-pendenza dell’Albania come concetto astratto, di cui l'Italia si fosse poi praticamente disinteressata, non avrebbe avuto nessun senso, e gli Albanesi avrebbero avuto diritto di dire che noi giocavamo loro una ben triste beffa. L'Italia si impegnava a proteggere l'unità e l’indipendenza deH’Albania, cioè ad agevolare il raggiungimento e garantirle la conservazione di quelle du<* agognate condizioni. Ecco il senso del proclama di Argirocastro. Ma ancora più straordinaria è la terza asserzione dell’onorevole Ciccotti, quando egli ha affermato che Vittorio Veneto, risuscitando gli ardori imperialistici dell'Italia, ci ha riportati, attraverso all’accordo Tit-toni-Venizelos, alla spartizione dell’Albania in compenso delle nostre aspirazioni in Dalmazia e nell’Asia Minore. Un altro errore di date! Infatti, l’accordo Tit-toni-Venizelos è di oltre un anno dopo Vittorio Veneto ed è simultaneo alla totale rinunzia fatta dallo stesso Tittoni in confronto della Dalmazia. Concludo. La critica dell’onorevole Ciccotti non regge assolutamente, perchè pretende dimostrare la verità di un preconcetto che non ha riscontro nella realtà dei fatti. , La realtà è. come ho già detto, che gli Albanesi