138 Il trattato di Rapallo. Certo vi era in qualcuno la persuasione che le trattative di Rapallo dovessero servire solo come prova della irreducibilità della intransigenza jugoslava; altri, invece, certamente sperava nell'accordo, ma non credeva che sarebbe stato così facile e sollecito. Comunque dopo la repentina resa dei delegati jugoslavi, ci fu o parve esserci un momento di sospensione e di incertezza. Intervenne allora a Rapallo il presidente del Consiglio in persona, con i capi militari. Si cercò affannosamente di strappare ancora qualche cosa per il medio Adriatico ¡troppo tardi; a un dato momento l’insistere non parve neppur più leale, nè possibile. L’accordo ormai era fatto, e fatto su basi, che, ormai lo vediamo, sarebbero potute essere molto più favorevoli se si fosse valutata in tempo la vera posizione dell’avversario di fronte a noi. Senza dubbio; il trattato di Rapallo rappresenta un grande successo, se lo si voglia considerare in paragone con le precedenti formule di compromesso adria-tico; ma non codesta può essere la giusta misura per giudicarlo, bensì il contributo che l'Italia aveva dato alla guerra e il suo diritto di potenza vittoriosa. Anche il risultato principale, che si è ottenuto, di assicurare finalmente all'Italia l’incontrastato possesso della sua frontiera orientale terrestre, se pur rappresenta davvero un evento storico di straordinaria inportanza, è dovuto, non tanto all'abilità dei nostri negoziatori, quanto alla mirabile vittoria dei nostri soldati: e ancora e più specialmente al fatto che il Comandante d’Annunzio, con la divinazione del genio e la