54 li trattato di Rapallo. tono avanti tutti gli argomenti che possono giovare al proprio assunto, anche nella previsione di non poter ottenere che cinquanta, avendo domandato cento. Cioè, no: non credo che il presidente del Consiglio mi dirà questo: perchè egli ha sempre dichiarato di essere animato in tutto lo svolgersi di queste trattative da un alto spirito di equità e di benevolenza verso il popolo confinante : e nessuno può davvero mettere in dubbio la cordialità dei suoi sentimenti verso i Jugoslavi. Pertanto bisogna credere che egli abbia sempre domandato loro solamente ciò che riteneva giusto e necessario ottenere. Nè più, nè meno. Ad ogni modo, finché si trattasse di punti che avessero una importanza sopra tutto ideale, sentimentale, storica, di rivendicazione nazionale, di « orticaria nazionalista » (per ripetere un’ immaginosa espressione usata dal presidente del Consiglio nell’altro ramo del Parlamento), io ammetterei anche si potesse in ipotesi fare la tara alle richieste del negoziatore; ma quando si tratta di punti che hanno evidentemente un valore assoluto, non riducibile ad alcuna formula di transazione, ossia di richieste territoriali dedotte dalle necessità inderogabili della sicurezza dello Stato, allora bisogna attribuire alle parole unicamente il fine che esse manifestano e non già quello di un accorgimento mercantile, domandar molto per ottenere qualche cosa. Perciò quando si tratta di queste questioni che riguardano la sicurezza del nostro territorio, io credo che la parola del Governo, nel documento che ho avuto I onore di ricordare agli onorevoli colleghi, abbia veramente un valore perentorio.