Le rinunzie di Rapallo. 135 stica rivelazione negli inverosimili articoli del s’gnor Poincaré sulla Revue des Deux Mondes. Di quella coalizione, come tutti sanno, l'esponente massimo, onnipotente anzi, era l’ex-presidente Wilson. Noi affermavamo allora che, sopra tutto, bisognava guadagnar tempo, mentre il presidente del Consiglio in carica predicava ostinatamente la necessità di addivenire senza indugi, e a qualunque costo, ad un accordo con la Jugoslavia, per non perdere totalmente gli inestimabili frutti della benevolenza del signor Wilson. E l’onorevole Salvemini, che è stato il teorizzatore e l’apostolo della politica adriatica che chiameremo, tanto per intederci, nittiana... SALVEMINI — È viceversa Nitti che ha applicato la politica mia! PRESIDENTE — Non sono consentite le ricerche di paternità. Non so quale dei due, se lei o l’onorevole Nitti, debba insuperbire di più della parentela ! L’onorevole Salvemini, era più che mai colui che aveva esaltato nel Presidente Wilson il mallevadore supremo delle universali giustizie, con parole che oggi non è senza interesse ricordare alla Camera. Scriveva l’onorevole Salvemini: « Noi dobbiamo considerare il Presidente Wilson come il ministro degli esteri della democrazia internazionale contro >t — badate, onorevoli colleghi — « contro qualunque ministro a tendenze nazionaliste dei nostri stessi Governi (chiara allusione all’onorevole Sonnino). dobbiamo formare in Europa