Il compromesso Nitti. 31 rarmi che questa fosse la ragione del loro silenzio; ma avrei preferito che essi prendessero nettamente e francamente posizione sulla questione della quale ora si discute. La politica rinunziatrice è fallita, ripeto, dopo aver causato incalcolabili danni al paese. Il suo postulato massimo, dirimere ogni motivo di possibili nuovi conflitti in Adriatico, si è dimostrato con l'esperienza irraggiungibile mediante il metodo delle rinunzie La verità è che il compromesso, se dovesse essere accettato dai Jugoslavi, inspirerebbe a questi la tentazione di assalirci, e offrirebbe loro i mezzi dell’offesa contro di noi nelle migliori condizioni possibili per portarla a compimento. Nel patto di Londra tutta la costa adriatica non assegnata all’Italia doveva essere neutralizzata. Questa condizione era mantenuta, non dimentichiamolo, onorevoli colleghi, nello stesso messaggio del 23 aprile dettato dal presidente Wilson. La formula Tardieu del maggio, che fu ricusata da una parte e dall'altra. prevedeva la formazione dello Stato-cuscinetto, ma assegnava all'Italia tutta la costa dalmatica già attribuita a noi dal patto di Londra, cioè i distretti politici di Zara e di Sebenico con la contiguità territoriale, e ci assegnava le isole, imponendo la smilitarizzazione della costa dalmatica. Le stesse proposte Tittoni, che rappresentarono una ulteriore riduzione del compromesso Tardieu, erano migliori di questa ultima formula della quale oggi abbiamo la malinconia di doverci occupare. La terza proposta dell’onorevole Tittoni, dell’ot-