Le rinunzie di Rapallo 153 spirito di tutta la vita e di tutta l’opera di Nicolò Tommaseo riduce a una contingente relatività ? E conosce il Salvemini la petizione sottoscritta, all’aprirsi della Conferenza della pace, da ottomila cittadini di Spalato, quando Spalato già era occupata e dominata dalle soldatesche serbe, per chiedere che l’infelice città, esclusa del patto di Londra, fosse non pertanto assegnata all'Italia ? L’onorevole Salvemini non ricorda o non cura simili cose. Egli, sopra tutto, ha tenuto a riportare in questa Camera alcune delle solite accuse, mosse dai giornali di Belgrado e di Zagabria contro l’attuale Governo della Dalmazia. Non tocca a me difendere l’opera politica e amministrativa del Governatore della Dalmazia. Se mai, toccherà al Governo, dal quale io aspetto una parola chiara e generosa su questo argomento. Certo è che chiunque sia stato, o meglio, sia ritornato in Dalmazia, dopo l'occupazione italiana, ha potuto vedere coi propri occhi, ha dovuto con le sue orecchie rilevare dalle stesse numerose, leali, spontanee, fervide attestazioni di Croati, che mai, mai si ebbe una più tranquilla convivenza delle due stirpi native della regione; che mai, con i pochi mezzi accordati dall’autorità centrale, mai da una più avvincente, equa e benevola saggezza fu governata una provincia ; non spirito militaresco, onorevole Salvemini, nè comunque oppressivo; ma pronta giustizia, alto prestigio, calda e intelligente umanità. Ad ogni modo, di fronte a questi supposti atti di arbitrio del Governo di Zara, atti che poi si riducono, se mai, a qualche provvedimento, necessariamente un po’ spiccio, in con-