Fra San Remo e Pal'anza. 59 alleati hanno riconosciuto la loro piena solidarietà con l’Italia per l'eventuale applicazione del patto di Londra e del memoriale del 9 dicembre. Non credo che questi risultati rappresentino un grande successo della politica estera italiana. Varie altre volte abbiamo sentito vantare dal presidente del Consiglio, in questa Camera, la promessa degli alleati di applicare, se richiesti, il patto di Londra. Ma d'altronde sarebbe ammissibile che essi ne ricusassero l'adempimento, dopo di aver sfruttato in tutti i modi la lealtà e la generosità delle cooperazione italiana all’impresa comune ? Nè poteva esser supponibile il rifiuto, per parte loro, dell'esecuzione del memorandum del 9 dicembre che essi medesimi avevano consegnato, come formulazione definitiva e autentica delle loro proposte, al rappresentante del Governo italiano. Sta di fatto, soltanto, che hanno ricusato di eseguirlo, allorché l'onorevole Nitti ha domandato loro qualche più precisa determinazione di modalità. E mi pare che basti di ciò. L'onorevole Nitti ha poi voluto giustificare l'incredibile ingrandimento della Grecia, affermando un concetto che in massima è perfettamente giusto, ossia l’assurdità della gelosia per la quale talvolta uno Stato, credendo di fare il proprio interesse, è tratto a cercare di impedire lo sviluppo naturale e legittimo degli Stati vicini. Concetto giusto, ripeto, che il presidente del Consiglio dovrebbe far presente special-mente a coloro che nutrono tradizionalmente un sentimento simile nei riguardi nostri ; ma ad ogni modo, la diffidenza astiosa cominciata, or è mezzo secolo, in Francia, dal fatale evento dell' unificazione nazionale